FANZINE: FACCIAMO CHIAREZZA
Una breve incursione nel mondo delle zine e consigli per saperne di più
Negli ultimi anni, mesi e persino giorni, il termine “fanzine” è stato usato e abusato in modo smisurato. Se ne parla ovunque, spesso senza una reale conoscenza del fenomeno, e in alcuni ambienti è diventato anche un mezzo di lucro, sfruttato per attirare ignari appassionati di fotografia e cultura visiva.
Esistono eventi ufficiali (dei quali magari vi parlerò in un’altro articolo), come ad esempio festival o serate di fanzine, che contribuiscono a dare valore e storicizzare il fenomeno, ma accanto a questi troviamo anche un proliferare di iniziative dove il fine ultimo non è la divulgazione o l’evoluzione del mezzo, ma piuttosto il guadagno.
Da qui nasce la volontà di fare chiarezza: cos’è una Fanzine? Qual è la sua storia? E come si è evoluta fino ai giorni nostri?
Cosa sono: una definizione essenziale
Le fanzine sono pubblicazioni indipendenti e autoprodotte, nate per dare voce a passioni, idee e movimenti culturali alternativi. Sebbene il loro massimo splendore appartenga a epoche passate, queste piccole riviste realizzate da appassionati resistono ancora oggi, adattandosi ai cambiamenti tecnologici e mantenendo viva l’idea di un’informazione libera e non filtrata dai circuiti editoriali tradizionali.Le origini: dalle prime pubblicazioni alla cultura fantascientifica
Le prime forme di fanzine risalgono agli inizi del Novecento, quando alcuni gruppi amatoriali iniziarono a diffondere opuscoli su argomenti di nicchia. Tuttavia, il termine “fanzine” venne coniato ufficialmente negli anni ’30. Nel 1940, Louis Russell Chauvenet, appassionato di fantascienza, utilizzò per la prima volta la parola “fanzine” per distinguere queste pubblicazioni dalle riviste ufficiali di settore.Le fanzine fantascientifiche giocarono un ruolo fondamentale nel creare comunità di lettori e scrittori indipendenti. Autori del calibro di Ray Bradbury e Isaac Asimov iniziarono proprio scrivendo per fanzine, trovando in esse uno spazio libero per confrontarsi su temi innovativi.
L’esplosione delle fanzine: dagli anni ‘60 alla xerox culture
Negli anni ’60 e ’70, con l’avvento dei movimenti controculturali, le fanzine si affermarono come strumenti di contestazione. Dai diritti civili al pacifismo, fino alla musica psichedelica e alle lotte femministe, le fanzine divennero la voce delle sottoculture.La vera esplosione avvenne negli anni ’70 con il punk. Il movimento DIY (Do It Yourself) trovò nelle fanzine un mezzo perfetto per esprimere il proprio spirito ribelle. Pubblicazioni come Sniffin’ Glue nel Regno Unito e Maximum Rocknroll negli Stati Uniti diventarono punti di riferimento per la scena musicale indipendente. Realizzate con collage, testi scritti a mano e immagini ritagliate, le fanzine punk incarnavano l’essenza della cultura underground.
Negli anni ‘80 e ‘90, grazie alla diffusione delle fotocopiatrici e dei personal computer, il fenomeno delle fanzine si ampliò ulteriormente. Non solo la musica e la politica, ma anche il fumetto indipendente, il cinema underground e il movimento Riot Grrrl utilizzarono le fanzine come mezzo di comunicazione. Questa fase è stata spesso definita “xerox culture”, in riferimento all’uso massiccio delle fotocopie per produrre e distribuire contenuti indipendenti.
Dalla carta al digitale: la trasformazione in webzine
Con l’avvento di Internet, molte fanzine si sono trasformate in webzine, mantenendo lo spirito originale delle pubblicazioni cartacee ma sfruttando la diffusione globale del web. Se da un lato ciò ha permesso una maggiore accessibilità, dall’altro ha ridotto il fascino materico delle fanzine tradizionali, che erano oggetti unici, assemblati a mano con cura artigianale.Tuttavia, negli ultimi anni c’è stata una riscoperta dell’editoria indipendente su carta. Eventi come l’Independent Publishing Fair e il Festival Internazionale della Fanzine hanno riportato in auge l’interesse per questi piccoli capolavori editoriali. Oggi, le fanzine non sono solo strumenti di comunicazione alternativa, ma anche oggetti artistici curati nei minimi dettagli.
La fanzine in fotografia
Anche la fotografia ha trovato nelle fanzine un mezzo di espressione potente, specialmente per artisti emergenti e fotografi indipendenti. Fin dagli anni ‘70, le fanzine fotografiche hanno rappresentato uno spazio di sperimentazione visiva, lontano dai circuiti editoriali tradizionali.Le fanzine fotografiche nascevano spesso come reazione ai linguaggi dominanti dei grandi magazine, offrendo una visione più cruda e autentica della realtà. Molti fotografi di strada hanno utilizzato questo formato per diffondere il proprio lavoro senza le limitazioni imposte dagli editori. Negli anni ‘90, la cultura skate e hip-hop ha ulteriormente ampliato il fenomeno, rendendolo un elemento chiave della documentazione visiva urbana.
Oggi, con il rinnovato interesse per l’editoria indipendente, le fanzine fotografiche sono tornate ad avere un ruolo importante. Artisti e collettivi le usano per raccontare storie visive, realizzare progetti autoriali e proporre immagini fuori dagli schemi commerciali. La fotografia d’autore trova in questi prodotti un terreno fertile per la sperimentazione, senza compromessi estetici o narrativi.
Consigli di lettura
Come sempre ho consigli per farvi spendere soldi. Per chi volesse approfondire il mondo delle fanzine, ecco alcuni libri consigliati:
Fanzines: The DIY Revolution di Teal Triggs – Un’analisi approfondita sulla storia e l’impatto culturale delle fanzine.
DIY: The Rise of Lo-Fi Culture di Amy Spencer – Un viaggio nella cultura DIY, con un focus sulle fanzine e la loro influenza.
Photobook Phenomenon (a cura di Moritz Neumüller) – Per chi è interessato alla relazione tra fotografia e autoproduzione editoriale.
Punkzines: British Fanzine Culture from the Punk Scene 1976-1983 – un viaggio nel punk e nelle sue massime espressioni editoriali
Self Publish, Be Happy: A DIY Photobook Manual and Manifesto – di Aperture Fundation. una raccolta di storiche zine fotografiche
Street Photography Now di Sophie Howarth e Stephen McLaren – Per chi vuole esplorare la fotografia di strada e il suo rapporto con la stampa indipendente.
Ari Marcopoulos: Zines – la racconta di tutte le zine pubblicate dal fotografo di street e cultura skate hip-hop più seguito della storia
Concludendo
Le fanzine hanno attraversato quasi un secolo di storia, adattandosi ai cambiamenti sociali e tecnologici senza perdere il loro spirito indipendente. Da strumento di aggregazione per gli appassionati di fantascienza a manifesto della controcultura punk, fino alla riscoperta contemporanea, le fanzine restano un simbolo di libertà creativa e di resistenza ai modelli editoriali tradizionali.In un’epoca dominata dal digitale, la loro esistenza è una testimonianza della necessità di espressione libera, tangibile e personale. Che siano realizzate a mano con forbici e colla o impaginate con software di grafica avanzati, le fanzine continuano a essere un mezzo potente per dare voce a idee alternative e comunità creative.
Nasce punk, nasce indipendente, lasciatela essere quello per cui nasce. Non rendetela ridicola e patinata.